Dinamiche di virtualizzazione nelle imprese italiane: una ricerca IDC analizza lo sviluppo delle infrastrutture IT. Semplificazione e riduzione dei costi sono le priorità del business.
La virtualizzazione nelle aziende italiane sta raggiungendo buoni livelli, anche se molto lentamente, guidata dalla prospettiva di una riduzione dei costi di sviluppo e dalla possibilità di semplificare la gestione IT. Questo quanto emerge dalla ricerca realizzata da IDC e commissionata da EMC2, Fujitsu Siemens Computers e VMware.[ad#468×60]
Lo studio, condotto da IDC su un campione di 105 aziende italiane medio-grandi, evidenzia che
* nel 52,4% delle aziende è già stata implementato un progetto di virtualizzazione server
* solo nel 3,8% dei casi il progetto è in fase di implementazione
* e nel 5,7% l’implementazione è prevista nell’arco di 12-18 mesi
* il restante 38,1% non ha in previsione di adottare soluzioni per la virtualizzazione server.
Sebbene più contenuta, appare comunque significativa la percentuale di aziende che ha scelto la virtualizzazione di altri ambienti (storage, network, client).
Per il 48% degli intervistati, la riduzione dei costi di implementazione e di mantenimento guida la scelta di soluzioni per la virtualizzazione, mentre, nel 40% dei casi, è giudicata come prioritaria la semplificazione della gestione. Questi risultati sono omogenei tra le aziende di diverse dimensioni, sia per quelle con un numero di dipendenti compresi fra 250 e 499 sia per quelle con più di 500 addetti: l’efficienza IT appare ormai irrinunciabile a prescindere dalla dimensione.
Ma quali sono i vantaggi della virtualizzazione dell’Infrastruttura IT?
* su tutti la riduzione dei costi, che nell’88% dei casi viene considerata molto importante e che viene identificata principalmente con il risparmio energetico
* seguono la semplificazione della gestione (87%)
* la flessibilità rispetto alla domanda (85%)
* la Business Continuity (83%)
“La Virtualizzazione non è più solo un valido strumento per ridurre i costi, ma sta diventando sempre più importante per migliorare le prestazioni, la produttività e la business continuity. In questo nuovo scenario, lo studio analizza lo sviluppo dell’infrastruttura IT nelle aziende del nostro Paese ed evidenzia le priorità che lo guidano,”ha sottolineato Fabio Rizzotto, Research Manager di IDC Italia.
In azienda, le figure che giocano un ruolo chiave nel sostenere lo sviluppo di iniziative di virtualizzazione sono i CIO o gli IT Manager, nel 98% dei casi. L’importanza dei vertici aziendali nel sostenere il lancio di progetti di questo genere è tuttavia non trascurabile, assieme al ruolo del CFO.
Lo studio evidenzia come le aziende che hanno già implementato la virtualizzazione si siano concentrate in primis sulla virtualizzazione dei server (52,4%), mentre si sono cimentate in misura minore (poco più del 30%) con la virtualizzazione di altri ambienti (Storage, Network, Desktop). Ciò nonostante la gran parte delle aziende intervistate (64%) sta estendendo la virtualizzazione su tutti gli ambienti considerati.
Sta inoltre aumentando il numero di aziende che intende virtualizzare anche le applicazioni Mission critical (il 41%), anche perchè cresce il numero delle aziende che considera le tecniche di virtualizzazione sufficientemente mature per supportare ogni tipo di applicazione.
In ambito storage, lo studio evidenzia che il sistema più utilizzato è SAN (Storage Area Network) con circa il 70% delle preferenze, con sensibili vantaggi in termini di consolidamento dati per il 48% degli intervistati e di backup automatico per il 47%. Gli effetti più importanti prodotti dalla virtualizzazione dello storage si hanno sui tempi di interruzione del servizio per l’upgrade dello storage, sui tempi per lo storage provisioning e sui tempi per ricovery e protezione dei dati.
Chi non ha adottato soluzioni per la virtualizzazione e non ha in previsione di farlo, motiva la decisione con risposte eterogenee: costi e dimensioni ridotte vengono addotte come ragioni dalle imprese di fascia media. Nelle imprese di dimensioni maggiori questi fattori lasciano il posto ad altre cause, coerenti con un ruolo più centrale dell’IT e con un atteggiamento di tipo “wait and see”: difficoltà di percepire reali benefici, mancanza di competenze adeguate, percezione che la tecnologia non sia ancora pronta.